Raccontare in poche righe queste giornate rischia di ridursi ad un puro elenco di iniziative; tante e tanto diverse tra loro. I 50 e 60 anni di professione religiosa di alcuni missionari, 70 milioni di migranti forzati a livello mondiale, le situazioni sociali dell'Argentina e del Mozambico, l'affidarsi a Gesù, Elikya e Damatrà, camminate e … mangiate! Che guazzabuglio di iniziative! 

 

Eppure un filo conduttore c'è ed è sempre bello ricordarlo: la missione di Gesù è anche comunità, comunità aperta ai bisogni del mondo e del territorio in cui vive, comunità capace anche di sorridere e condividere la gioia di stare insieme, comunità che tesse relazioni.

 

Innanzitutto Gesù è comunità. Ce lo ricordano i nostri missionari, da p. Emanuele e p.Cesarino che festeggiano i 60 anni di professione religiosa ai 50 di p. Giuseppe! Grazie ragazzi!!!. Durante la messa celebrata domenica mattina ci hanno ricordato il significato profondo della nostra fede. Come ce lo hanno ricordato anche i giovani missionari, come p. Nicholas e i seminaristi che si preparano ad offrire la loro vita per l'annuncio del Vangelo disposti a essere comunità in ogni luogo. E i 100 anni di presenza in Tanzania festeggiati nel 2019 ne sono un chiaro esempio.

 

Non può però una comunità rinchiudersi nelle sue certezze: le porte devono essere sempre aperte! 

Ecco allora i numeri di Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia, che durante la serata di giovedì ci ha aiutato a chiarire i numeri reali delle migrazioni a livello planetario. Numeri impressionanti, dove alla voce “migrazioni forzate”, cioè persone costrette a fuggire dalla loro terra per motivi economici o a causa di guerre e discriminazioni di vario genere, si calcolano circa 70 milioni di persone.

Quanta differenza poi in Italia tra percezione del numero di migranti e quantità reale! Certa propaganda non ci sta aiutando certo a comprendere il fenomeno … non chiudiamoci nelle nostre paure!

 

Comunità è gioia! Il coro Elikia e il gruppo musicale Damatrà la cantano e la ballano con la loro travolgente allegria.

Shosholoza

Kule ... Zontaba

Stimela siphume South Africa 

E' considerato il secondo inno del Sud Africa e il coro Elikya guidato dal travolgente maestro, Raimond Bahati, ci ha proposto una riflessione sul significato delle relazioni che, se vissute pienamente, generano pace e fratellanza, anche dove sembra impossibile! La canzone Shosholoza (“AVANTI!”) ci ha ricordato il cambio di rotta fortemente voluto da Nelson Mandela per dare speranza e dare “voce al bene” e non all'odio, al rancore, alla paura. Questo è stato anche il mandato ricevuto da tutti alla fine della messa con la piccola icona di Maria: “Prenditi cura dell'altro” intrecciando legami d'Amore.

Con le preghiere dei fedeli sono state ricordate le situazioni di crisi di Mozambico ed Argentina. Pochi mesi fa il Mozambico è stato colpito da un ciclone che ha provocato molte morti e peggiorato le già fragili condizioni di vita della popolazione; il ritorno della crisi economica in Argentina sta generando estrema povertà nel paese. Purtroppo nell'era della comunicazione e dell'informazione veloce, questi fatti non fanno notizia! 

Allora comunità è anche prendersi cura e dare voce a chi non ne ha; le varie realtà di Bevera: Karibuny, Namaste, il mercatino Rivestiti alla-mano … ci fanno capire quante possibilità di aiuto concreto abbiamo.

 

Comunità è festa!

Non c'è comunità senza festa! Ma non c'è festa, senza convivialità! La convivialità è senza dubbio un altro ingrediente fondamentale della Festa della Consolata. Proposta in tanti modi: passeggiando alla scoperta del territorio con la camminata (200 partecipanti tra corridori, camminatori e bimbi sulle spalle), gustando cibo e bevande , giocando alla Pesca di beneficenza e alla mitica “Tombolata!”

 

Infine comunità è servizio! Sentirsi parte della famiglia della Consolata vuole dire “rimboccarsi le maniche” per offrire tempo ed energie per la realizzazione di questo tradizionale evento. Una novità che fa da esempio: gli amici del coro Aldeia che hanno animato il rosario con i canti gregoriani. A tutti gli organizzatori e volontari della Festa un grosso Grazie! 

 

Non possiamo che chiudere con un fantastico SHOSOLOZA! Avanti!.....lo sentiva nel cuore anche il Beato Allamano che ai missionari in partenza diceva: “Coraggio! Sempre avanti nel Signore!

 

Famiglia Crippa